La storia della famiglia Mirabelli


Mia madre si chiama Maria Rosaria Pensa, come si può facilmente ricavare dalla genealogia familiare. Ma in casa, quando ci si riferisce alla famiglia, si intende soprattutto la famiglia Mirabelli, quella di mia nonna materna. Ciò è dovuto principalmente al fatto che mio nonno materno, Antonio Pensa, mancò abbastanza presto (nel 1941), lasciando la moglie, vedova ed orfana recente, sola con tre figlie e due sorelle. Ed inoltre in pieno periodo di guerra, e di conseguenti enormi difficoltà.

All'epoca, si trovarono a vivere da sole 7 donne (mia bisnonna, mia nonna, due prozie, mia madre, due zie), più una persona che sarebbe improprio e fuorviante chiamare donna di servizio, visto il grado di integrazione che aveva e che ebbe in seguito nella famiglia: per me fu una nonna supplementare, ne parlerò altrove. Comunque, tutte si ritrovarono, e quelle di esse ancora viventi tuttora si trovano, a vivere nella casa avita della famiglia Mirabelli, sita nell'omonima via in Calvizzano, provincia di Napoli.

I legami con la famiglia Pensa oggi sono persi del tutto, per quel che mi risulta; e la famiglia Mirabelli, nel ramo che riguarda i miei diretti antecedenti, si è estinta con la morte della mia prozia Maria Rosaria nel 1987. Eppure resta qualcosa che vale la pena di mantenere vivo, oltre alla casa ed al giardino che la circonda...

La fonte principale di notizie è un Libro di Memoria, tramandato da più di un paio di secoli, che probabilmente non basta a narrare tutto di una famiglia che ebbe legami ed interazioni dirette prima coi Borboni, poi coi Savoia, partecipando in modo forse marginale ma non trascurabile alla storia d'Italia. Ho provato a trascriverlo, nei limiti delle mie capacità di interpretazione della scrittura d'altri tempi in esso riportata.

Ho pensato inoltre di dedicare una pagina al Sen. Giuseppe Mirabelli (1817-1901), che fu probabilmente il personaggio più illustre della famiglia.

Riporto poi un racconto interessante tratto da un articolo di giornale del Sig. Presidente Carmine Cecere, appassionato come me delle storie passate dell'hinterland napoletano, che qui ringrazio per la sua disponibilità per avermi concesso di riprodurlo nel mio sito. Il Presidente Cecere si è mostrato davvero tanto disponibile ed interessato al mio modesto lavoro; non manco di essergliene grato in pieno...

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   Bruno DAVIDE, 2 Aprile 2009   Scrivi a Bruno DAVIDE


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